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Percorso

La prima fase del percorso artistico di Eugenia Mola di Larissé, il segno bozzettistico, di appunto veloce, traccia la storia emozionale del suo incontro con il mondo dei cavalli passando con icasticità da una caduta ad un incontro siglato da forme circolari in cui allegria e senso ironico si rincorrono tra stilizzazione ed astrazione. I pastelli gessati e gli acquarelli tracciano con definizione il segno del pelo così la velocità e lo scatto, i movimenti, le pause e le improvvise riprese dell’animale. L’artista coglie i cavalli, quasi ‘sorprendendoli’ dimostrando una conoscenza tecnica ed empatica con il mondo equestre.

(Manuela Cusino)

 

In un passaggio successivo va alla ricerca di una maggiore estensione del disegno e di una più attenta consapevolezza dell’aspetto formale del lavoro. In questo caso la mano sceglie di potenziarsi con l’aiuto della tecnologia: la scansione digitale che amplifica spessore ed espressività del tratto. Dalla dialettica tra manualità e artificio elettronico scaturisce un nuovo gesto. Sicché l’artista, nel gioco delle riproduzioni, delle varianti di colore e dell’ulteriore semplificazione dei dettagli, si risolve a tradire più esplicitamente il precetto della mimesi fino a rendere quasi irriconoscibile il cavallo a riposo nella forma morbida che lo rappresenta.

(Donatella Cinà)

 

La fase più recente vede fotografie fermo-immagini della vita reale di un cavallo, una sorta di autobiografia affidata alla macchina, che si traduce con le stampe dna su alluminio che permettono all’immagine di penetrare nello strato più profondo del materiale scelto, così come gli animali, evocati dall’artista grazie a sicuri e sintetici tratti, ci offrono la possibilità di addentrarci in punta dei piedi in quel rapporto alla pari che Eugenia ha creduto e voluto con il suo cavallo.

(Manuela Cusino)

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Eugenia Mola di Larissé